Un magnifico pendìo vignato, con vista su Locarno, sul Delta della Maggia e sul Piano di Magadino, terrazzato con muretti in pietra, orti e camminamenti sospesi tra cielo e terra. Il nuovo Convento di Sant’Agnese della Congregazione delle Suore di Ingenbohl si inserisce in punta di piedi tra la caratteristica struttura ottocentesca della limonaia e gli orti pensili, ricucendo tutti gli elementi del luogo in un unico insieme di spazi interni ed esterni, concatenati tra loro. Dalla strada a monte, costeggiando un viale alberato e il tetto verde della nuova costruzione il cui disegno con il tempo ricondurrà alle geometrie dei giardini conventuali, si giunge a una piazzetta-belvedere, dove la scultura di San Francesco (Remo Rossi, 1938) accoglie e invita a entrare.
Dall’atrio si accede alla cappella, che si configura con un volume separato, caratterizzato da aperture mirate a catturare in sequenza la luce sull’arco della giornata. La vecchia campana dell’ospedale di Coira, suonata manualmente, porta la luce del mattino all’interno. La luce zenitale illumina il tabernacolo che proviene dalla Chiesa di Sant’Eugenio, mentre sull’altare vibra il Crocefisso di Selim Abdullah, appositamente creato per questo spazio. Si prosegue attraversando una biblioteca affacciata su una corte aperta verso il paesaggio lacustre. Al livello sottostante è posto il refettorio, direttamente collegato con il giardino. La zona comune delle camere delle Suore si affaccia su un chiostro intimo e raccolto, dove vengono coltivate le piante medicinali conventuali. Le 20 camere sono disposte su due livelli e orientate sul paesaggio circostante a sud e a est. La struttura statica è stata l’occasione per ritmare il corridoio: i setti portanti creano luoghi d’incontro davanti alle camere. La preesistente “via del vignaiolo”, parallela alle curve di livello congiunge la limonaia all’orto pensile e diventa la quota di partenza per la nuova costruzione che, appoggiata sui muri in pietra, la copre in parte, formando un portico protetto proiettato sul paesaggio.
Fotografie: © 2020 Marcelo Villada Ortiz
Fotografie B/N Homepage: © 2020 Luca Ferrario